Ultima modifica: 7 Aprile 2021
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LINEE DI ORIENTAMENTO per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo

Il Ministero dell’Istruzione ha emanato nei giorni scorsi le LINEE DI ORIENTAMENTO per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo.

Il 13 gennaio 2021 il Ministero dell’Istruzione ha aggiornato le linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo. 

Il Ministero dell’Istruzione è impegnato da anni sul fronte della prevenzione del fenomeno del bullismo e del cyberbullismo e, più in generale, di ogni forma di violenza, attivando diverse strategie di intervento utili ad arginare comportamenti a rischio. Nell’ambito delle politiche scolastiche, sono state di recente messe in campo tali strategie, prestando una particolare e crescente attenzione alla declinazione digitale di tale fenomeno.
Il presente documento ha lo scopo di dare continuità alle Linee di Orientamento emanate nell’Ottobre 2017, che recepiscono le integrazioni e le modifiche necessarie previste dagli interventi normativi, con particolare riferimento alle innovazioni introdotte dalla Legge 29 maggio 2017 n. 71 “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”, strumento flessibile e suscettibile di aggiornamenti biennali.

A tal proposito, scuola e famiglia possono essere determinanti nella diffusione di un atteggiamento mentale e culturale che consideri la diversità come ricchezza e che educhi all’accettazione, alla consapevolezza dell’altro, al senso della comunità e della responsabilità collettiva, al fine di attivare innanzi tutto efficaci azioni di prevenzione. 

Sono definite tali le azioni volte a promuovere e a preservare lo stato di salute e ad evitare l’insorgenza di patologie e disagi. Secondo l’OMS, la prevenzione si articola su tre livelli:
1. Prevenzione primaria o universale, le cui azioni si rivolgono a tutta la popolazione. Nel caso del bullismo, esse promuovono un clima positivo improntato al rispetto reciproco e un senso di comunità e convivenza nell’ambito della scuola.
2. Prevenzione secondaria o selettiva, le cui azioni si rivolgono in modo più strutturato e sono focalizzate su un gruppo a rischio, per condizioni di disagio o perché presenta già una prima manifestazione del fenomeno.
3. Prevenzione terziaria o indicata, le cui azioni si rivolgono a fasce della popolazione in cui il problema è già presente e in stato avanzato. Nel caso del bullismo la prevenzione terziaria/indicata si attua in situazioni di emergenza attraverso azioni specifiche rivolte ai singoli individui e/o alla classe coinvolta negli episodi di bullismo. Gli episodi conclamati sono anche definiti “acuti”. 

E’ evidente che l’ambito di intervento della scuola e della famiglia riguarda in modo particolare la prevenzione primaria e secondaria e impegna tutti i soggetti che a vario titolo si occupano di educazione alla  massima attenzione per la creazione di un clima positivo e per l’individuazione dei primi segnali che potrebbero preannunciare situazioni di disagio. L’azione educativa non può che essere proattiva e solo in via marginale, auspicabilmente, occuparsi degli interventi “acuti” anche con azioni repressive. 

Restano valide le considerazioni, che si riassumono qui di seguito, già riportate nella precedente versione delle Linee di Orientamento: 

“Con l’evolversi delle tecnologie, l’espansione della comunicazione elettronica e online e la sua diffusione tra i pre-adolescenti e gli adolescenti, il bullismo ha assunto le forme subdole e pericolose del cyberbullismo che richiedono la messa a punto di nuovi e più efficaci strumenti di contrasto  […] È necessario valutare i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo nella loro complessità e non soffermare l’attenzione solo sugli autori o solo sulle vittime ma considerare tutti i protagonisti nel loro insieme: vittime, autori ed eventuali “testimoni” per poter gestire in modo più appropriato gli interventi  […] A tal proposito, Scuola e Famiglia possono essere determinanti nella diffusione di un atteggiamento mentale e culturale che consideri la diversità come ricchezza e che educhi all’accettazione, alla consapevolezza dell’altro, al senso della comunità e della responsabilità collettiva. Occorre, pertanto, rafforzare e valorizzare il Patto di Corresponsabilità educativa  […] La scuola è chiamata ad adottare misure atte a prevenire e contrastare ogni forma di violenza e di prevaricazione; la famiglia è chiamata a collaborare, non solo educando i propri figli ma anche vigilando sui loro comportamenti […] Il sempre crescente utilizzo di Internet condiziona le relazioni sociali, quelle interpersonali e i comportamenti di tutti, coinvolgendo sia i “nativi digitali” sia i “migranti digitali” e ogni singolo utente, di qualsiasi età, che si trovi costantemente connesso al web. Nel momento in cui ci si affaccia al mondo di internet, non si sta semplicemente acquisendo una via di accesso a nuove forme di informazioni e relazioni: il flusso è, infatti, bidirezionale. Ci si espone, quindi, a una pratica di scambio non banale, che necessariamente comporta dei rischi. La vera sicurezza non sta tanto nell’evitare le situazioni potenzialmente problematiche quanto nell’acquisire gli strumenti necessari per gestirle. […] Il confine tra uso improprio e uso intenzionalmente malevolo della tecnologia è sottile: si assiste, per quanto riguarda il bullismo in Rete, a una sorta di tensione tra incompetenza e premeditazione e, in questa zona di confine, si sviluppano quei fenomeni che sempre più frequentemente  affliggono i giovani e che spesso emergono nel contesto scolastico. Chi agisce nell’anonimato e nella mancata interazione visiva, inoltre, non ha spesso la consapevolezza e la reale percezione delle offese e degli attacchi che la vittima subisce […] Rispetto al bullismo, che vede come attori soggetti con atteggiamenti aggressivi e prevaricatori, il cyberbullismo può coinvolgere chiunque poiché i meccanismi di disinibizione online sono più frequenti e diffusi  […] Anche le vittime possono a loro volta diventare cyberbulli grazie all’anonimato  […] Alla luce di queste considerazioni, la progettualità relativa alla tutela della sicurezza informatica in generale, e del contrasto al cyberbullismo, in particolare, deve operare su due livelli paralleli: la conoscenza dei contenuti tecnologici e la conoscenza delle problematiche psico- pedagogiche correlate. È fondamentale, perciò, far comprendere la nozione basilare secondo cui la propria ed altrui sicurezza in Rete non dipende solo dalla tecnologia adottata (software antivirus, antimalware, apparati vari etc.) ma dalla capacità di discernimento delle singole persone nel proprio relazionarsi attraverso la Rete.

Azioni mirate alla sicurezza nella Rete sono, dunque, necessarie per affrontare tali problematiche: non vanno, infatti, colpevolizzati gli strumenti e le tecnologie e non va fatta opera repressiva di queste ultime; occorre viceversa, fare opera d’informazione, divulgazione e conoscenza per garantire comportamenti corretti in Rete, intesa quest’ultima come “ambiente di vita” che può dar forma ad esperienze cognitive, affettive e socio- relazionali…promuovere da un lato l’educazione con i media per rendere l’apprendimento a scuola un’esperienza più fruibile e vicina al mondo degli studenti, dall’altro l’educazione ai media per la comprensione critica dei mezzi di comunicazione intesi non solo come strumenti, ma soprattutto come linguaggio e cultura. […] Nell’ambito del contesto scolastico, i social possono essere adottati come strumenti di comunicazione validi ed efficaci sia per la divulgazione di materiali didattici, sia per la rilevazione del grado di soddisfazione degli studenti rispetto alle attività scolastiche, sia per la sensibilizzazione all’uso corretto della rete.”

 




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