Ultima modifica: 22 Marzo 2014
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VIAGGI D’ISTRUZIONE: ALCUNE RIFLESSIONI PER DOCENTI E GENITORI

Tra le crescenti difficoltà economiche ed organizzative da un lato e le aspettative di ragazzi e famiglie dall’altro, è necessario riscoprire il senso pedagogico e didattico dei viaggi d’istruzione.

Le gite, viaggi d’istruzione e visite guidate, sono uno strumento nato per arricchire la didattica, attraverso una varietà di stimoli e una discontinuità nelle routine scolastiche che rendono questo tipo di attività altamente formativo sia sotto il profilo disciplinare sia sotto l’aspetto relazionale.

Autonomia, condivisione, nuovo modo di vivere le relazioni, esperienze, coesione del gruppo, promozione dell’amore per la bellezza e per il viaggio sono solo alcuni degli aspetti che caratterizzano i viaggi d’istruzione.

Troppo spesso, tuttavia, si tende a valutare semplicisticamente la gita come una vacanza e questo errato modo di pensare porta inevitabili corollari negativi:

  • che si tratti di un’attività in qualche modo opzionale, che si può scegliere di fare o di non fare a seconda delle inclinazioni del momento;
  • che non sia poi così importante cercare di far partecipare tutti gli studenti;
  • che, come in vacanza, sia opportuno portare soltanto gli amici e le persone simpatiche;
  • che la partecipazione possa essere un premio per i “bravi” e, di conseguenza, l’esclusione possa diventare una punizione per i “cattivi”.

Ognuna di queste concezioni sulla gita dimentica l’aspetto fondamentale: si tratta di un viaggio d’istruzione, vale a dire di un’attività didattica a tutti gli effetti, né potrebbe essere altrimenti, dal momento che la scuola deve occuparsi, appunto, d’istruzione e non ha il compito di sostituirsi alle agenzie di viaggio o ai cosiddetti “operatori” del divertimento.

Se si tiene come punto fermo il fatto che, quando parliamo di gita scolastica, ci riferiamo ad un’attività didattica, è doveroso trarre una serie di conseguenze:

– Tutti gli alunni devono partecipare e le eccezioni devono riguardare soltanto cause di forza maggiore: così come ci si aspetta che gli alunni frequentino regolarmente le attività scolastiche di routine e che si assentino soltanto in caso di malattia o di speciali impegni, anche per quanto riguarda il viaggio d’istruzione si dovrà prevedere la partecipazione di tutti, a meno che esso non venga svolto al di fuori delle giornate di scuola previste (diventando così un’attività facoltativa). Di conseguenza, e in modo particolare in una scuola pubblica, non sarà ammissibile che qualche studente debba rinunciare a causa del costo della gita, perché questo costituisce un elemento di discriminazione che assume un carattere di incostituzionalità (v. art.34 della Costituzione).

– L’organizzazione del viaggio deve essere programmata dal consiglio di classe in modo che il diritto alla partecipazione di tutti sia effettivo: sarà quindi necessario riflettere sul contesto, anche socio- economico, della classe e dei singoli alunni, per evitare che proprio coloro che hanno tendenzialmente meno opportunità di viaggiare, e che quindi maggiormente trarrebbero vantaggio dall’attività, vengano invece esclusi da questa importante occasione.

– Il viaggio deve rispondere ad obiettivi didattici e pedagogici strettamente correlati con la programmazione di classe: questo significa, di fatto, che la programmazione del viaggio d’istruzione deve essere pensata in maniera collegiale, all’interno del Consiglio di classe, tenendo conto del contesto della classe stessa e delle esigenze di apprendimento che emergono. Sarà necessario domandarsi:

  •  “Che cosa serve a questa classe sotto il profilo degli apprendimenti e delle relazioni?”
  • “Quali aspetti e quali contenuti di un viaggio d’istruzione potrebbero essere utili in questo contesto?”
  • “Quali contenuti didattici possono essere ragionevolmente approfonditi attraverso l’esperienza diretta di una gita?”

Come tutte le attività didattiche, la gita si colloca all’interno di un’organizzazione scolastica e questo comporta una serie di procedure che non possono essere sottovalutate:

  1. dal punto di vista contabile, è necessario che la scuola proceda secondo quanto previsto dalle normative di settore, rispettando tempi e modalità di individuazione degli strumenti (assicurazione, pagamenti di mezzi di trasporto e luoghi di soggiorno e così via);
  2. dal punto di vista amministrativo è necessarito attivare le procedure per la tutela degli alunni e degli accompagnatori (permessi e liberatorie da parte delle famiglie, incarichi per i docenti ecc.);
  3. dal punto di vista organizzativo occorre ristrutturare temporaneamente l’attività della scuola (individuazione dei docenti accompagnatori, loro sostituzione ecc.);

Prima e dietro una “semplice” gita sta quindi un complesso lavoro della scuola, finalizzato all’offerta di un’occasione importante di apprendimento per gli studenti, che non può essere banalizzato perdendone di vista il significato formativo. Per le vacanze, per i premi e per le punizioni, ci sono altri luoghi e altri tempi. 




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