Ultima modifica: 26 Gennaio 2016

Storia della scuola

La storia dei “comprensivi” inizia quasi per caso nel 1994, nell’ambito di un provvedimento di Legge generale sulla tutela delle zone di montagna (legge n. 97 del 31-1-1994), ma  acquista via via un valore aggiunto.

Il Ministero ha intravisto la possibilità di avviare in essi – e lo ha evidenziato in più occasioni – un ‘Laboratorio’ dell’innovazione ordinamentale che in passato si andava delineando e che oggi è in gran parte stato definito sul piano normativo, a partire dalla L.n.30/2000.

Gli ultimi dati, quelli più recenti, ci parlano di oltre 3.000 Istituti comprensivi (circa il 40% del totale delle scuole italiane di base).

L’Istituto Comprensivo Statale “Centro Storico” è nato il 1° settembre 2013 da un’operazione di dimensionamento delle sedi scolastiche del Comune di Rimini, che ha portato le scuole della zona centrale della città a confluire in un’unica istituzione.

La storica scuola media, nata nel 1940 e dal 1956/57 intitolata allo scrittore Alfredo Panzini, che negli anni aveva assorbito le scuole medie S. Giovanni Bosco, Antonio Borgese e Galileo Galilei, si unisce ai plessi di scuola primaria Ferrari, Griffa, De Amicis (ex 1° Circolo Didattico) e Toti (ex 5° circolo didattico). Dall’a.s. 2015/16 il plesso Ferrari ospita due sezioni di scuola dell’infanzia (ex. San Giuliano) che prenderanno il nome di Gambalunga.

 

Il “comprensivo” è la culla del curricolo verticale, del progetto in continuità, cioè il contesto organizzativo in grado di vincere le sfide educative di oggi e di domani, nel garantire le migliori opportunità di formazione a tutti i ragazzi in età evolutiva.

L’Istituto verticale configura un approccio realistico alla scuola di base, perchè tiene conto delle identità (di scuola primaria e media) a cui siamo affezionati. Il curricolo si articola progressivamente anche attraverso momenti di incontro tra le diverse scuole.

Questo è il compito degli Istituti comprensivi: fare ri-appassionare la gente al concetto di formazione di base, […]. L’Istituto comprensivo mette concretamente alla prova l’idea di formazione di base. È lì la sua attualità, il suo essere scuola “europea” e quindi titolata a costruire gli indirizzi della scuola del futuro. (G. Cerini)

 




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